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Inside a frame

by Giacomo Zanus

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1.
Iro 03:57
2.
3.
Hana 07:56
4.

about

Four 'sonic frames' fixed in a space which constantly shifts and evolves between action and inertia, reality and imagination. A thunder, a light, a vision. This music starts from an urge, the need to investigate the narrative flow that precedes and comes after an image, trying to retrieve what we have lost and what we have in front. The feeling of a sudden inspiration and the lasting traces of memory.

"Is it possible to capture the reality in a single frame? What happens if we try to resume the flow of time before and after a single image?"

In his first solo album, the Italian composer and improviser Giacomo Zanus takes inspiration from the concept behind the last visual work of the Iranian filmmaker, poet and photographer Abbas Kiarostami (24frames) to fix four imaginary landscapes -both composed and improvised- where the ongoing fluctuation of different layers and the constant renewal of new details marks the chain of events. Subtle, shifting textures, melancholic repetitions and field recordings define a palette of introspective climates that embrace an array of sounds from experimental music, to avant-folk and minimalism.

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Review by Frans de Waard in Vital Weekly:
"While I would think that Esc.rec. shops around in the same world of musicians covered by Vital Weekly, they always come up with names that are new to me. Take, for instance, this latest bunch. I started with Italian composer/improviser Giacomo Zanus. The four pieces on 'Sonic Frames' take inspiration 'from the concept behind the last visual work of the Iranian filmmaker, poet and photographer Abbas Kiarostami (24frames) to fix four imaginary landscapes -both composed and improvised- where the ongoing fluctuation of different layers and the constant renewal of new details mark the chain of events'. I am not familiar with the work of Kiarostami, but I read about it and will investigate more when time allows. Zanus' principal instrument is the guitar, which is an electric one or an amplified acoustic (or semi-acoustic), but next to that, he uses electronics. These he applies in the most gentle way to the guitar, along with the sparse use of field recordings. The music has a strong, delicate edge, with a few meaner undercurrents. These happen mainly in the opening track 'Iro', with some nasty high frequencies being part of some very gentle yet speedy guitar picking. 'Punto Di Non Ritorno' leans heavily on drones from the guitar, rain sounds and far-away picking. In 'Hana' the music is almost laptop-like, stuttering, and in 'Defaticamento Cerebrale' this feeling continues but is way more fragile. A relatively short tape, but a wonderful one at that."

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Review by Mario Ariano:
"È davvero possibile rappresentare la realtà con una singola immagine? Cosa succederebbe se cercassimo di riprendere il flusso del divenire al momento dello scatto per ricostruire cosa c’è stato prima e dopo quel singolo istante?

Nasce dalla voglia di interrogarsi sulla dimensione narrativa che precede e segue il momento in cui viene fissata un’immagine il nuovo album del chitarrista e improvvisatore trevigiano Giacomo Zanus, Inside A Frame, rilasciato il 22 novembre dall’etichetta olandese Esc.rec.

Inside A Frame deve il nome a '24 Frames' , l’ultima opera del regista, fotografo e poeta Iraniano Abbas Kiarostami, fonte d’ispirazione per i quattro paesaggi sonori del disco composte da trame sottili e mutevoli, ripetizioni malinconiche e registrazioni sul campo che definiscono una tavolozza introspettiva. Un lavoro dalla vasta gamma di suoni, che abbraccia dalla musica sperimentale, all’avant-folk fino al minimalismo.

Tracce come 'Punto di non ritorno' sono lunghe suite nelle quali i dispositivi elettronici dialogano con la chitarra esaltando la morbidezza delle armonie. Un lento scorrere di melodie minimali su un letto di droni e field recording per quasi tredici minuti di pura poesia. Un nostalgico rifugio acustico architettato con cura con un finale che apre a una nitida narrazione caratterizzata da suoni scomposti e glitch.

Tra le quattro strumentali, 'Hana' è sicuramente quella più accessibile, la più “pop” se vogliamo. Un’impalcatura sonora costruita intorno al suono nitido e vibrante della chitarra acustica che finisce per catturare fin da subito l’attenzione dell’ascoltatore per poi colpirlo al petto con una combinazione di accordi intensi e delicati, retti da uno strato leggero di elettronica. Emotivamente parlando il picco più alto di tutto l’album.

Tra le migliori uscite in questo finale di 2022, Inside A Frame è un lavoro semplice, dalla crescita lenta ma costante. Quattro paesaggi immaginari edificati su diversi strati di linee di chitarra che concentrano la loro attenzione su figure elementari. Il risultato finale è una raccolta di fotografie che lasciano l’ascoltatore sospeso a mezzaria."

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Review by Nazim Cimmunale in Blow Up:
"Hana, la terza traccia, è una epifania che devia verso orrizzonti meno cupi le intuizioni terminali del Jim O'Rourke di Bad Timing, per chi scrive semplicemente uno dei più bei dischi di sempre. Quel posto strano a metà strada tra folk, astrazione e minimalismo dove trovano cittadinanza i nostri silenzi, le malinconie, i languori. Ispirato a '24 frames', ultima opera del regista, fotografo e poeta Iraniano Abbas Kiarostami, il lavoro del chittarrista veneto ma residente a Bologna, già messosi in mostra con il bel disco col quartetto Kora per Aut Records, conferma che ci troviamo al cospetto di un musicista con cose da dire. Communica molto già nel titolo Punto di non ritorno: un brulicare di insetti elettronici su un arido terreno out-blues, come un haiku per l'inverno del nostro cuore. Ci sono viaggi da cui non si torna. Iro in apertura è field recordings, flusso circolare, magia, un quid che riporta in Africa, poesia del dettaglio, i Minamo. Defaticamento cerebrale è un falò dalle parti dell'Areal M del primo disco (1997, una vita fa, ma chi se lo scorda) che lascia cenere glitch. 60 copie numerato a mano."

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Review by Giuseppe Rapisarda in Distorsioni:
"Con il progetto KORA e relativo omonimo album Giacomo Zanus aveva dato prova di ottima scrittura, attestandosi sul terreno di un jazz multiforme che traeva linfa tanto da strutture sperimentali, quanto dall’Americana nella rilettura colta di Bill Frisell e Josh Haden, nonché da incursioni nel linguaggio post-rock. In tutti questi versanti la musica di Zanus si è sempre dimostrata coerente e rigorosa nei suoi sviluppi concettuali, senza deragliamenti pretenziosi o fuori misura. Al di fuori di quell’esperienza collettiva, Zanus si pone adesso alla ricerca di una dimensione ancora più intima attraverso il solo utilizzo della chitarra, di qualche effetto e, soprattutto, di field recordings a fare da sfondo a divagazioni metafisico-materiche. Il risultato è “Inside A Frame”, primo album solista composto da sole quattro tracce nate dalle suggestioni del film del regista iraniano Abbas Kiarostami intitolato “24 Frames”, composto da ventiquattro episodi tutti caratterizzati da un fermo immagine con sovrapposte animazioni digitali. Al pari del film di Kiarostami, “Inside A Frame” è un’opera fragile nella sua logica di apparente estemporaneità, disvelando la natura profonda di una riflessione sulla vita dell’uomo come semplice elemento di un più ampio ecosistema che lo ingloba nel proprio equilibrio ciclico. Le trame delle quattro tracce sono respiri del mondo rubati come scatti da un auto in corsa, frammenti di quiete, di una tempesta che libera quella elettricità che accarezza le fibre nervose del corpo e spore soniche di voci che si spengono all’improvviso. L’opener Iro è un flusso di suoni disturbati, di note che ricercano l’armonia e di voci che si spargono indefinite su una strada vuota ed immaginaria; Punto Di Non Ritorno ha come fondale il rumore della pioggia che diventa simile alla carta che si rannicchia mentre viene abbracciata dal fuoco che la distruggerà da lì a poco. Hana ha reminiscenze metheniane, con la chitarra in riverbero e suoni in reverse che si rincorrono e si dissolvono in vacue micro-detonazioni. In chiusura, il fingerpicking bucolico di Defatigamento Cerebrale che si destruttura in una nebbia di vertigine noise. “Inside A Frame” è come la tela di un pittore impressionista che guarda alle cose cercando di imprimerne nella memoria l'energia che le attraversa, prima di cristallizzare tutto in una immagine destinata ad essere ineluttabilmente transitoria."

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Review by Mirco Salvadori in Rockerilla:
"Quattro tracce incastonate in un frame, racchiuse in una cornice oltre la quale il tempo continua la sua corsa. Cosa esistesse prima di esse e come potrebbero evolversi, solo l'immaginazione e i suggerementi concessi dal suono, potranno dirio. Una preziosa release ispirata da 24 frames, film di Kiarostami che pone la medesima domanda guardando un'immagine sospesa tra il prima e il dopo la sua realizzazione. Un intenso lavoro di costruzione elettroacustica che riesce, grazie anche all'uso sapiente del field recording, ad immergere l'ascolto in una realtà cinematica in continuo movimento, quasi fosse un piccolo aiuto per scoprire dove può condurci IMMAGINAZIONE."

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Review by [st] in Musica Difficile Italiana:
"Ehi.

Giacomo Zanus è un chitarrista e compositore con una solidissima esperienza di studio e sperimentazione del suono dello strumento a sei corde per eccellenza.
Non nascondiamo una certa soggezione, da ascoltatori amatoriali quali siamo, quando alle nostre orecchie giungono le note e i brusii, frutto di anni di studio.
Detto ciò questo è un blog personale, quindi, caro Giacomo, se ci hai mandato il tuo lavoro, ti becchi quel che siamo riusciti a cogliere.

Zanus nasce e cresce in contesti chitarristi già di per sé difficili: jazz e improvvisazione sono le marche del suo stile e delle sue esperienze.

“Inside a frame” è il primo disco solita di Zanus, già impegnato nei progetti KORA e Trio, ed esce per l'etichetta olandese esc.rec. .

Il lavoro va ben oltre la chitarra ed il suo utilizzo “tradizionale”, ma quando mai noi vogliamo gli usi tradizionali…ma per piacere! Qui la chitarra si fa brusio e tocco tra brusii e tocchi di vita analogica ed elettronica, che Zanus ha raccolto e ordinato.

I quattro “frame” che compongono il disco sono differenti e simili allo stesso tempo. Il minimalismo nell'uso della chitarra è, quasi, assoluto e rasenta l'assenza dello strumento stesso. I field recordings e l'elettronica sono elementi sostanzialmente di sottofondo, ma che sorprendono con stimoli e rumori improvvisi che accendono l'ascoltatore.

“Punto di non ritorno” è il pezzo più sfidante. E’ una lunga suite imperturbabile con delle registrazioni piazzate lì che ci hanno fatto saltare sul marciapiede mentre l'ascoltiamo in una giornata, pure, piovosa.

La conclusiva “Defaticamento cerebrale” è un manifesto, dopo le “fatiche” dei tre pezzi precedenti. Qui si assaggia il musicista più “classico”.

“Inside a frame” è, a nostro avviso, un album straniante, nel senso buono del termine: è tanto tutto insieme e separatamente. E’ eterogeneo e minimalista. Stimolante e rilassante. Educato e provocatorio. Ordinato e sperimentale. Attraente e frustrante. Difficile e accessibile. Non ci è dato sapere se Zanus volesse sortire effetti contrastanti, ma questo è solo il racconto di ascolti ripetuti di amatori del suono difficile."

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Article / review / interview by Ettore Garzia in Percorsi Musicali:
www.percorsimusicali.eu/2023/02/14/la-giovane-improvvisazione-italiana-giacomo-zanus/

credits

released November 22, 2022

Giacomo Zanus: el.guitar, electronics, field recordings

Recorded by Giacomo Zanus between March and May 2020
Mixed and mastered by Matt Bordin at Outside Inside Studio (Montebelluna, TV) in June 2020

Photography by Platon Terentev
Design by Harco Rutgers

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Esc.rec. Deventer

Esc.rec. is a small, critically acclaimed record label for adventurous music, founded in 2004 by Harco Rutgers in Deventer, NL.

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